Dopo 40 anni esatti dalla fondazione
del Centro Internazionale di Brera, sede della Biblioteca storica della Critica
Sociale e dell’Avanti!, e promotrice di un progetto di bistrot letterario nella
sala del Teatro del Borgo, il Comune di Milano ha revocato la Concessione
demaniale del regolare contratto alla Rivista di Turati a partire dalla fine del
prossimo settembre.
Al
posto della Biblioteca Storica della Critica Sociale (che ricordiamo,
ha ricevuto il riconoscimento dell’Alto Patronato della Presidenza della
Repubblica da Giorgio Napolitano) i locali sono stati assegnati
alla Fondazione Mondadori a titolo gratuito per un progetto triennale
di “promozione del libro”, progetto
finanziato dalla Fondazione
Cariplo.
Conosciuto
dai socialisti milanesi come il “Centro Formentini”, per il nome della
piazzetta dove ha sede, il Centro Brera fu creato da una associazione di
intellettuali e artisti del mondo della cultura, del cinema, del teatro, e della
pubblicistica di area laica e socialista. Fu sede di numerosissimi eventi tra
cui la Biennale del Dissenso in contemporanea con Biennale di Venezia
organizzata da Carlo Ripa di Meana, sede di Amnesty International presieduta da
Margherita Boniver e punto di riferimento organizzativo a Milano e per l’Italia
di dissidenti dell’Est come Havel, Sacharov, Pelikan, ma anche dell’antifascismo
greco e cileno e spagnolo.
Grandi
Mostre, Concerti ed Eventi di cui daremo un resoconto storico nei prossimi
giorni, e di cui non c’è più traccia né ipotesi da tempo in città.
Inutile
l’intervento del sindaco Giuliano Pisapia che in una risposta alla direzione
della rivista, già preoccupata per la situazione di tensione con interventi
anche della polizia municipale per portare letteralmente al macero
documentazione tra cui il Fondo dell’avv. Giannino Guiso, aveva assicurato il
proprio interessamento affidando l’organizzazione della convivenza delle due
realtà, Critica Sociale e Fondazione Mondadori, all’assessore alla Cultura,
Filippo Del Corno.
Una
squallida vertenza aperta in aprile da un ristoratore prospiciente, a cui era
stato rifiutata prudentemente sin dall’inizio la collaborazione al progetto, è
stata invece presa al volo come motivo della revoca del contratto d’affitto, da
sempre regolarmente corrisposto, a prezzi di mercato, senza alcun vantaggio o
sconto come si concede solitamente alle associazioni.
Sono
già in corso gli atti in reazione alla revoca in sede legale, sia amministrativa
che penale.
**************
Non
riteniamo che la cosa possa essere sottaciuta per la sua gravità.
Mai
ci saremmo aspettati una cosa simile a Milano e con un centrosinistra in
giunta.
Abbiamo
purtroppo toccato anche noi con mano cosa sia l’assoluta libertà d’arbitrio che
ormai i funzionari della pubblica amministrazione possono permettersi. Una
questione da sempre sollevata dal mondo dell’impresa e del lavoro, e di cui
finora avevamo solo scritto. Ora sappiamo.
Una
vera riforma della PA passa esclusivamente dall’abrogazione della legge
Bassanini del ’90. Una follia che nell’ubriacatura generale di Mani pulite, ha
lasciato a funzionari anonimi e potenti ogni potere esecutivo.
Aver
dato alla burocrazia un potere senza responsabilità è stato uno dei più gravi
controsensi di questi 20 anni, che se abolito ridarebbe all’economia italiana il
famoso colpo di frusta contro la lentezza, ma soprattutto contro l’assoluto
arbitrio di quella che, ormai, è una vera e propria classe sociale che
governa davvero, padrona di scegliere nella selva delle norme chi bloccare o far
passare, come ad un passaggio a livello.
Lo
previde Carlo Rosselli quando in Socialismo Liberale scrisse che “una nuova
classe dominante di burocrati avrebbe preso il posto della classe dominante di
capitalisti”.
L’amministrazione
dello Stato è la vera privatizzazione degli anni ’90-2000
“C’era
una volta Milano” scrivemmo nel 1994. Ma c’era una volta anche il vero Caldara,
che mai scese dalla croce delle difficoltà del Bilancio comunale. Anzi inventò
l’economia municipale.