.. Mission di Acr Onlus


BANDO e reg. del CONCORSO di POESIA/ OSCAR contro il bullismo!... La nostra LIBERTA' è lo spazio da gestire .. con l'anima. Come dice J.P. Satre, siamo liberi nella scelta, ma non siamo mai liberi dalla scelta. DATE IL VS 5X1000 AD ACR-ONLUS - CF:97365190152
Mission (Acr Accademia e Centro Ricerche Vallassinesi)
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Mission: “ACR (Onlus) svolge un’attività socio-culturale di prevenzione al BULLISMO. -‘dal 1987 ad oggi ”.. combatte le DEVIANZE GIOVANILI-il Cyberbullismo e "Bulli e Bullismo.. Vandali e Vandalismo” con l'OSCAR e crea protocolli d’intesa, tra operatori sociali, Associazioni, e Comitati. Breve Storia del Concorso di poesia/arti e mestieri OSCAR: Nasce nel 1987 a Milano, da un'intuizione di Sergio Dario Merzario, Rio, Semenza, Maderna e altri, prende il via il Concorso "IL BAGGESE". Acr, Repo e Paza nel 1999, lo trasformano nel trofeo lombardo ( che nel 2002 diviene TROFEO LOMBARDO LIGURE). Nel 2006 diventa OSCAR Internazionale CONTRO il BULLISMO con il contributo di Sergio Dario Merzario, Ketti Concetta Bosco , le biblioteche e l'Unicef Prov. di IMPERIA!” associazione@acraccademia.it

giovedì 26 novembre 2015

.. Riceviamo... e volentieri.. pubblichiamo.. cronaca seria e semiseria..

http://appuntamentiacr-onlus.blogspot.it/
semifinale del 22-11-2015
 

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semifinale del 22-11-2015

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.. in piazza Duomo...

http://appuntamentiacr-onlus.blogspot.it/
semifinale del 22-11-2015
 

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semifinale del 22-11-2015
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Cronaca di avvenimenti... e fatti realmente accaduti...

Personale e Comune di Milano.. e Acr con Crv

18 febbraio, Giornata del Lavoro Agile


Sindacati, associazioni professionali, università ed enti firmano l’intesa per l’appuntamento del 2016. Il Comune di Milano è apripista fra le amministrazioni pubbliche rispetto alla legge nazionale adesso in discussione in Parlamento

Milano, 26 novembre 2015 - Si terrà il prossimo 18 febbraio la terza Giornata del Lavoro agile, un progetto del Piano Territoriale degli Orari del Comune di Milano che ha fatto da apripista alla legge nazionale in discussione in queste settimane al Parlamento. Obiettivo di quest'anno: raddoppiare le adesioni rispetto alla scorsa edizione e confermare un trend di crescita inarrestabile.

A Palazzo Marino, alla presenza di Chiara Bisconti, assessora al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero e Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il lavoro e Sviluppo economico, i partner dell’iniziativa hanno firmato il protocollo d’intesa, ovvero l’impegno, confermato, a partecipare alla giornata.

Fanno parte della ‘squadra’ del lavoro agile ABI, AIDP, Anci Lombardia, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, CGIL Milano, CISL Milano Metropoli, UIL Milano e Lombardia, SDA Bocconi School of Management, Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, Valore D.
Parteciperanno anche le Amministrazioni comunali di Genova, Torino, Bergamo e la Provincia di Trento.

Il lavoro agile non richiede una postazione fissa in ufficio; consente di svolgere i propri compiti ovunque, da casa, dal bar, dal parco, dalla palestra, da un ufficio decentrato o da una postazione in coworking. È una modalità che soddisfa chi lavora e rende le imprese più competitive.
Possono aderire alla ‘Giornata del lavoro agile’ le aziende private, gli enti pubblici e gli studi professionali.

L’adesione all’iniziativa è rivolta ad aziende, enti e liberi professionisti che desiderano far sperimentare ai propri lavoratori modalità di lavoro agile e anche a chi ha già al suo attivo accordi e forme di lavoro agile.

“Rilanciamo la terza giornata del lavoro agile forti del consenso raccolto nelle prime due edizioni - dichiara l’assessora Chiara Bisconti – e del crescente interesse. La sperimentazione di Milano è stata ed è decisiva nella stesura della legge nazionale di cui sta discutendo il Parlamento che speriamo sia presto approvata. Si tratta di un passaggio culturale importante per il nostro paese e siamo contenti di essere protagonisti. Nel 2014 vennero coinvolti 5mila lavoratori e lavoratrici, l’anno scorso a partecipare furono più di 8mila e per il 2016 puntiamo a raddoppiare questi numeri arrivando a più di 200 tra enti e aziende coinvolte. Puntiamo a coinvolgere tutta la Città Metropolitana. Il lavoro agile permette di rispondere alle tantissime nuove esigenze del lavoro di oggi e viene incontro ai bisogni delle persone”.

“Festeggiamo con entusiasmo la terza edizione della Giornata del Lavoro Agile – afferma Cristina Tajani – e siamo sempre più convinti che la conciliazione e la condivisione dei carichi di lavoro e dei carichi di vita sia necessaria per migliorare il mondo del lavoro, perché rende lo svolgimento delle proprie mansioni più efficiente e aumenta la competitività delle aziende. L'Amministrazione comunale sostiene concretamente lo smartworking, grazie alla creazione di un albo qualificato dei coworking presenti in città, che oggi conta ben 49 spazi di condivisione privati che accolgono le realtà più disparate. Alcuni sono ipertecnologici, altri dedicati alle donne che vogliono conciliare lavoro e carriera, altri ancora mettono insieme giornalisti, grafici e designer. Inoltre incentiviamo con un massimo di 1.500 euro ogni singolo coworker e offriamo fino a 20.000 euro per investimenti tecnologici o strutturali negli spazi esistenti".

Hanno sperimentato il lavoro agile per la prima volta oltre il 40% delle aziende aderenti in entrambe le edizioni. Sono stati coinvolti settori produttivi diversi, con un bacino complessivo di circa 2/300.000 lavoratrici e lavoratori. Sono molte le piccole aziende (nel 2015 il 55% delle imprese/enti ha meno di 100 dipendenti), diverse medie e medio-grandi (tra 101 e 500 lavoratori) e tanti lavoratori delle grandi aziende (con più di 1.000 dipendenti). Mentre nel 2014 ha riscosso adesioni nella vasta regione urbana milanese, nell’edizione 2015 la Giornata del lavoro agile si è diffusa nel Nord Italia, ma con presenze anche nel centro Italia.

I lavoratori e le lavoratrici agili che vi hanno partecipato sono professionalizzati ed istruiti. Hanno gestito con flessibilità il proprio orario di lavoro (79% il 6 febbraio 2014 e 70% il 25 marzo 2015), spesso da casa (89% nel 2014 e 85% nel 2015) o anche da sedi distaccate delle imprese/enti (il 25 marzo 2015 l’11%, in crescita del +74% rispetto all’edizione 2014).

I dipendenti hanno risparmiato un tempo medio solitamente dedicato agli spostamenti di circa due ore (112 minuti nell’edizione 2014 e 108 minuti nell’edizione 2015), che hanno riutilizzato in prevalenza per diluire le routine quotidiane (cura della famiglia e attività domestiche: 61% nel 2014 e 65% nel 2015), prevalentemente a casa (83% nel 2014 e 81% nel 2015).

Sono lavoratori in prevalenza non milanesi, con percorrenze medio-lunghe, che avrebbero effettuato almeno parte dello spostamento con un mezzo privato a motore (63% nell’edizione 2014) o per l’intero tragitto (45% nell’edizione 2014 e 38,9% nell’edizione 2015). La loro assenza in città contribuisce a ridurre la mobilità pendolare proprio nelle fasce di picco e congestione al mattino e verso sera tra le 17.00 e le 19.00.

Dal punto di vista ambientale, in un solo giorno sono stati evitati circa 150.000 km nel 2014 e circa 170.000 km nel 2015 percorsi con mezzi privati a motore. Per ciascuna edizione non sono stati immessi in atmosfera circa 6 kg di Pm10, circa 87-90 kg di ossidi di azoto (di cui 32 kg di biossido di azoto) e circa 32-33 tonnellate di anidride carbonica; quantità che corrispondono a poco meno dell’1% delle emissioni atmosferiche mediamente rilasciate dal traffico stradale nella città di Milano in un giorno feriale invernale, tranne per il biossido d’azoto che corrisponde invece all’1-2%.
Per tutte le informazioni:
www.comune.milano.it/GiornataLavoroAgile

 
Cittadini.... Socialdemocratici... Liberali.. Repubblicani... Fratelli d'Italia... Lega.. Forza Italia... Cinque stelle.. Socialisti.. Comunisti.. Democristiani.. sono tutti renziani?! .. ecco i nuovi acquisti nel Pd-Pse... Con la benedizione dei... Boschi.. Fiano.. Del Rio e di altri.. Serracchiani.. e Nencini + Biscardini?!

.. ci dicono che ... Di Lello & co entrano direttamente nella maggioranza del partito, che vanta così l’arrivo di nuovi parlamentari ex Psi. I quali preferiscono parlare con Boschi piuttosto che con Cuperlo o Bersani: "Nei fatti è più di sinistra Renzi" dicono. Ma è scontro con il viceministro Nencini

di L. S. e di Rio 
«Alle politiche ci siamo candidati nelle liste del Pd. Alle europee ci siamo candidati nelle liste del Pd. Perché non dovremmo stare nel Pd?». La domanda, retorica, fatta a margine della conferenza stampa alla Camera dei deputati, in effetti non fa una piega.

Se la pone una pattuglia di socialisti capitanata da Marco Di Lello, deputato campano. Una pattuglia che parte da una constatazione amara per giustificare la migrazione in pianta stabile nel partito democratico di Matteo Renzi. «In maggioranza», ovviamente, è la precisazione. Direttamente nel giro del premier.

«Un simbolo socialista non è più in grado di raccogliere il voto di opinione», è una delle cose dette dopo l’annuncio ufficiale del varo dell’associazione SocialDem. «Il corpo autonomo sta morendo per consunzione». «Il simbolo anche nei territori non viene presentato quasi mai». Non c’è più neanche l’ultima sede storica, che era poco distante dalla Camera, in piazza san Lorenzo in Lucina, sin da dopo Tangentopoli. «Anche il personale è andato via via diminuendo, e questo ovviamente mi dispiace molto», dice all’Espresso Di Lello.

Due deputati e un senatore, è l'annuncio, vanno nel Pd, lasciando la componente del misto che era nata dopo le elezioni politiche, quando, pur eletti nella lista dem, i deputati socialisti preferirono una sistemazione in autonomia. Chi resta lì, per Di Lello&co, fa però «pura testimonianza». Tre deputati e un senatore annuncia Di Lello, e però neanche il tempo di pubblicare questo pezzo e già arriva la smentita del senatore Fausto Longo, che si dice «indignato», e che precisa di aver firmato solo il manifesto dell’associazione ma di non aver alcuna intenzione di lasciare il Psi.

«Da quando il Pd ha aderito al Pse», dice comunque Di Lello, «mantenere in vita un altro simbolo non ha proprio senso. È caduto ogni alibi». Tanto più che, come nota l’ex segretaria dei giovani socialisti Claudia Bastianelli, «i piccoli partiti sono ormai visti dall’opinione pubblica come un peso e un costo per la democrazia e non come una risorsa».

Dc, Pcr... Psi e altri partiti .. addio, dunque.. magari si va. Si va nel Pd. «Lavoreremo per rendere maggioritaria la vocazione socialista del Partito», dice Di Lello. E il gruppo (tutti deputati, quindi: lo stesso Di Lello, Lello Di Gioia, più Lauricella, già del Pd) va però in maggioranza. Verrebbe da chiedere perché per un rapporto prediletto, per spostare a sinistra il partito, non si è scelta la minoranza di Gianni Cuperlo, Roberto Speranza, dello stesso Bersani. Insomma, gli ex Ds, da sempre socialisti.
«Bersani», è la risposta di Di Lello, «ha un profilo pubblico più di sinistra, ma poi bisogna guardare i fatti. E mentre con lui segretario non si è mai riusciti a aderire ufficialmente ai socialisti europei, Renzi ci ha messo dieci minuti». «Guarda la finanziaria, poi, che è fatta anche con risorse in deficit, improntata contro l’austerità», continua sicuro Di Lello: «Bersani invece è quello che ha approvato il pareggio di bilancio in costituzione». Ed è vero, ma è sicuro Di Lello che Renzi non avrebbe fatto lo stesso? «Non c’ero io, e non c’era Renzi, che a quei tempi faceva il sindaco. Questo è sicuro», è la replica.

Tre gli appuntamenti per il varo della rete, il 28 novembre a Napoli, il 12 dicembre a Perugia, il 14 a Milano. Il passaggio è stato però preparato già da luglio, quando ci fu il primo incontro con Maria Elena Boschi, che Di Lello definisce «auspice», promotrice. Boschi, si noterà, e non Luca Lotti, tanto per spingersi un po’ nella geografia del potere renziano, anche se con Lotti e non con Boschi, Di Lello gioca tutti i martedì a calcio nella nazionale parlamentari, allenati da Giancarlo “Picchio” De Sisti.

«La Boschi è stata un’interlocutrice naturale», dice solo Di Lello, pensando ai rapporti avuti sulle riforme. «Lei ci sgrida», è però una battuta di un dirigente dell’associazione, «perché dice che certe cose non le vuole neanche sentire, ma la battuta “siamo boschiani” l'abbiamo fatta. Sappiamo bene che che c'è un pezzo di Pd che fa più riferimento a lei e uno che fa più i ferimento a Lotti».

Mettendosi al fianco di Lotti, poi, magari poteva capitare di ritrovarsi a pranzo con Verdini. E non è cosa gradita a giudicare dalla faccia di Di Lello quando si accenna la domanda. L’allargamento a destra del Pd è però un dato di fatto. E ha ragione Ignazio Marino quando dal circolo Pd di San Basilio stuzzica Renzi sul fatto che nel Pd ci siano i nativi come Marno, chi aveva la tessera del Pci, chi quella della Dc e poi ora chi quella di Forza Italia: «lo capisco il tema», dice però Di Lello, «ma in tutti i grandi partiti del socialismo europeo c'è una destra e una sinistra. Io farò la sinistra, ma condivido l’ambizione di voler parlare con persone diverse. Quello che bisogna frenare è solo l'opportunismo».

Proprio dal governo arriva però all’Espresso la replica di Riccardo Nencini, leader del Psi e viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti. «La verità è che se ne vanno solo Di Lello e Di Gioia che da mesi non aveva peraltro rinnovato la tessera» dice, dando così l’istantanea di una lite nella famiglia socialista, una frattura figlia dell’ultimo congresso: «Sono colpito dall’incoerenza di Di Lello, caratteristica molto grave per un politico. All’ultimo congresso, da cui è uscito sconfitto, si era presentato contro di me proprio sostenendo la necessità di più autonomia e organizzazione. Deve aver cambiato idea».

Nencini è colpito dalle dichiarazioni lasciate dall’entourage di Di Lello in conferenza stampa. «È vero che non c’è la sede di San Lorenzo in Lucina ma ne abbiamo una anche più bella dietro il Pantheon», precisa, e così il personale, notano dal Psi, non è ridotto ma solo ridimensionato nelle retribuzioni: «Coerenti con un partito che vive del tesseramento e del contributo dei parlamentari».

A Di Lello arriva poi anche una risposta sul punto politico: «È chiaro che noi abbiamo un rapporto preferenziale con il Pd, dovuto a ragioni programmatiche e personali», continua Nencini, ricordando come con Renzi lui abbia un rapporto solido «da tempi non sospetti», «dai tempi del liceo». «Restiamo autonomi, però, esattamente come diceva di volere Di Lello, per condurre le nostre battaglie», è il punto, «provando a correggere ciò che non condividiamo dell’azione del governo, come abbiamo fatto con la legge elettorale».

Nencini e Di Lello hanno dunque in comune una sola cosa, ormai. Il preferire, alla fine, Renzi alla minoranza Pd. «Lo dico da segretario di un partito», è qui la posizione di Nencini, «molte cose che sta facendo il governo ricordano la conferenza programmatica di Rimini del 1982. È qui la ragione per cui dobbiamo guardare con attenzione al lavoro del premier». Anche Nencini non teme che il Pd si possa trasformare nel Partito della nazione: «Parlo spesso con Renzi e non mi ha mai detto una cosa così», racconta, «quello che sta accadendo, semplicemente, è che stiamo andando verso un nuovo modello di bipolarismo. E lo vedremo alle prossime amministrative. Da un parte c'è una moderna sinistra riformista, dall'altra i grillini».. noi aggiungiamo...che conta è l'onestà e la buona fede della gente.. il resto.. a cura di www.acraccademia.it

1 commento:

oceano585 ha detto...

http://appuntamentiacr-onlus.blogspot.it/

semifinale del 22-11-2015